Trieste accomuna due grandi passioni, quella che lega la citta’ da secoli al mare e quella, piu’ recente ma altrettanto radicata, per la montagna e le attivita’ sportive ad essa collegate. La tradizione alpinistica della citta’ giuliana e’ testimoniata in particolare dalla presenza di due sezioni del Club Alpino Italiano, la Societa’ Alpina delle Giulie, fondata nel 1883, e l’Associazione XXX Ottobre, costituitasi nel 1918, che assieme riuniscono attualmente piu’ di 3500 soci.
L’attivita’ di divulgazione e istruzione in ambito alpinistico e’ iniziata a Trieste nell’ormai lontano 1929, con la fondazione della scuola di roccia in Val Rosandra, attorno alla figura carismatica di Emilio Comici. Assidui frequentatori della montagna, non solo estiva ma anche invernale, i triestini da sempre hanno compiuto lunghe trasferte per raggiungere le maggiori aree alpinistiche, superando così la marginalita’ geografica della loro citta’. Prima della diffusione della motorizzazione individuale, Trieste risentiva della posizione periferica, in particolare rispetto ai grandi itinerari scialpinistici, che venivano percio’ percorsi solo da un numero ristretto di appassionati.
Gli anni 70…
Durante il corso degli anni ’70 alcuni soci delle due sezioni del CAI triestine praticavano un’attivita’ sci-alpinistica organica e continua durante tutto l’arco della stagione invernale e furono quindi pronti ad accogliere con entusiasmo l’invito a partecipare al 1° Corso per Istruttori di sci-alpinismo organizzato in Friuli Venezia Giulia. Ad esso parteciparono piu’ di venti persone, tra i quali i triestini Gianfranco Bisiacchi, Mauro Contento, Piero Galluzzi, Radivoi Lenardon, Lucio Piemontese, Diego Roitero, Giuseppe Vorich che formarono il primo nucleo dell Scuola di Sci-alpinismo.
Nel 1980, dopo aver conseguito la qualifica di istruttori, organizzano con l’aiuto del Cai di Pordenone, il primo corso di Scialpinismo, effettuando la scelta, rivelatasi quanto mai proficua e vincente, di svolgere l’attivita’ didattica con il concorso di entrambe le sezioni cittadine del CAI. Vene cosi’ fondata la Scuola di scialpinismo “Citta’ di Trieste”, che nel 1984 ricevette dalla Commissione Nazionale Scuole, per la serieta’ del lavoro fino ad allora svolto, la qualifica di Scuola Nazionale.
La Scuola, dal 1980 , ha avvicinato allo scialpinismo piu’ di 1000 persone e contribuito a formare numerosi gruppi di amici, accomunati dal desiderio di vivere nuove esperienze, sportive e culturali insieme, che si ritrovano soprattutto nel fine settimana, per percorrere gli itinerari piu’ belli sulle montagne della zona. Ma l’impegno fondamentale della Scuola e’ stato quello di trasmettere aggiornate conoscenze teoriche e pratiche, rigorosamente accertate, e far acquisire agli allievi un comportamento consapevole e prudente durante la loro personale attivita’ in montagna
Il Metodo…
Il metodo impiegato ha, fin dagli inizi, evitato il semplice “accompagnamento” ma si e’ basato sul pricipio dell’azione consapevole e sull’impegno progressivo, necessari a permettere agli allievi l’acquisizione delle tecniche di base della disciplina. L’area geografica interessata dalle attivita’ pratiche e’ stata sempre molto estesa e, come e’ naturale per una citta’ posta nei pressi dei tre confini, ha compreso territori, oltre che del Friuli Venezia Giulia e del Veneto, anche della Slovenia e dell’Austria, in particolare della Carinzia e del Tirolo.
Le trasferte solitamente lunghe, necessarie a raggiungere le localita’ montane, non hanno mai rappresentato un ostacolo per l’attivita’ della Scuola, grazie alla predisposizione dei triestini per gli spostamenti e all’interesse per la scoperta di nuovi spazi e localita’.
In 39 anni di attivita’ la Scuola ha quasi totalmente rinnovato i suoi componenti, attualmente una ventina di istruttori e aiuto-istruttori, dedicando tempo ed energie alla loro formazione ed aggiornamento, allo scopo di adeguare nel tempo l’offerta formativa ed allinearla con i principi didattici piu’ avanzati. Le ragioni che ne motivarono la costituzione nel 1980, nonostante siano passati più di sei lustri, rimangono attuali e sono condivise ancor oggi, costituendo il riferimento per le nuove generazioni di istruttori, ai quali spetta ora il compito di ” battere traccia “